Il blog di Nudge Italia
Sille Krukow is Behavioural designer, member of iNudgeyou and Affiliated to The Wales Center for Behaviour Change & The Danish Nudging Network. She works with developing nudges and design to change behaviour. In this TEDx she explain in a simple way the basic priniciples of Behavioral Economics, showing with concrete examples what nudge is and how it can solve many daily life problems with little resources
IESCUM festeggia 10 anni organizzando il congresso “Behavior Science and Policy”
Per celebrare i suoi dieci anni di attività, IESCUM ha scelto di dedicare a questo tema una conferenza internazionale. Il congresso “Behavior Science and Policy”, XI edizione del ICBS, International Congress on Behavior Studies, si terrà il 6-7 novembre 2014 presso…
Una “spinta gentile” in direzione dell'etica
In un recente post abbiamo pubblicato alcuni commenti a un servizio di Barbara Carfagna andato in onda su Tv7, settimanale del Tg1 e che riguardava il nudging. Aggiungiamo ora alcune considerazioni e commenti sulle problematiche di carattere etico degli interventi di nudging.
Come mette bene in evidenza la giornalista, è legittimo porsi alcune domande circa il cosiddetto libero arbitrio, ovverosia su quanto liberi siamo in assoluto di scegliere e quanto invece siamo condizionati dall'ambiente, naturale e sociale che ci circonda, e dagli eventi casuali (effetto noto come sliding doors, dall'omonimo film). Il problema non è nuovo e lo ha già affrontato il famoso psicologo americano B.F. Skinner nel 1972 in un celebre saggio “Beyond Freedom and Dignity”. Se ne è recentemente parlato anche nel blog di Paolo Moderato du Huffington (cit).
In primo luogo, esiste il rischio che partendo da alcuni piccoli interventi di “paternalismo libertario” si possa arrivare a interventi così invadenti da diventare inaccettabili e da minare la libertà di scelta degli individui?
Come evidenziano Cass Sunstein e Richard Thaler in uno degli ultimi capitoli del loro best seller “Nudge”, questa obiezione si riferisce a una generale ipotesi sul rischio degli interventi senza di fatto entrare nel merito degli stessi (risultati molto efficienti e a basso costo). Piuttosto che evitare a priori l'attuazione di interventi che possono aiutare i cittadini a prendere decisioni più efficaci è più utile valutare di volta in volta le varie azioni intraprese per migliorarle e monitorarle nel caso emergessero delle criticità. E del resto è questo il compito che una moderna scienza del comportamento è chiamata ad assolvere, ovvero proporre interventi efficaci e innovativi da un lato interrogandosi al contempo su possibili problemi di natura etica.
È inoltre utile sottolineare che uno dei principi fondamentali del paternalismo libertario è quello di progettare interventi che permettano, a chiunque lo voglia, di aggirare agevolmente le spinte gentili proposte. In questo senso, dunque, la linea di demarcazione tra interventi di nudging e interventi coercitivi si delinea in maniera netta. Se, ad esempio, disporre gli alimenti di una mensa in modo tale che cibi sani abbiano una maggior visibilità può essere considerata una spinta gentile, aumentare il costo dei cibi non salutari o eliminarli dal repertorio di scelta del consumatore, o proibirli per decreto non lo è.
In secondo luogo, è possibile che la conoscenza del funzionamento della mente umana venga utilizzata per spingere i cittadini a comportarsi contro il proprio interesse?
Per rispondere a tale domanda, bisogna riflettere su un fatto tanto evidente quanto spesso trascurato: di fatto le scelte non sono mai neutre. Qualunque scelta è influenzata da fattori contestuali e sociali, o da fattori casuali, di cui spesso non siamo consapevoli ma che comunque intervengono nell'indirizzare e influenzare le nostre decisioni.
Riprendendo l'esempio della mensa, la scelta sarebbe tra sistemare il cibo in maniera del tutto casuale, oppure disporre gli alimenti in modo tale da ottimizzare il benessere dei consumatori. Perché dunque lasciare che sia il caso a influenzare le scelte delle persone anche quando è evidente che alcune modifiche del contesto potrebbero garantire vantaggi senza impedire in alcun modo una scelta differente?
Un ultima considerazione è infine necessaria. Com'è possibile evitare il rischio che gli interessi di qualcuno prevalgano su quelli collettivi imponendosi in maniera velata tra chi non dispone di informazioni sufficienti?
Oltre al criterio di scientificità degli interventi, già discusso nel post precedente, uno dei migliori antidoti contro i pericoli di un utilizzo scorretto dei principi del nudging è quello della trasparenza nei confronti dei cittadini, tema trattato anche da Sunstein nel suo ultimo libro, Semplice. Un esempio concreto e positivo di trasparenza ci proviene anche dal Regno Unito dove il Behavioral Insight Team, non solo realizza studi e interventi basati su metodi scientifici, ma ne pubblica sul proprio sito i report, redatti in un linguaggio accessibile anche ai non addetti ai lavori. Possiamo dire lo stesso di tante leggi italiane?
The Business Of Behavioral Economics
Two Harvard professors explain how behavioral economics can help people overcome bad habits and change for the better.
Negli ultimi anni le Nudge Units si sono diffuse in maniera capillare a livello globale, radicandosi inizialmente negli U.S.A e affacciandosi successivamente in Europa, con la nascita del Behavioural Insight Team inglese prima, fino al recente avvento del TEN (The European Nudge Network) di cui anche Nudge Italia fa parte.
Nel servizio di Barbara Carfagna “Nudging e Anticipatory Computing” trasmesso su Tv7, il settimanale del Tg1, viene mostrata la natura degli interventi di nudging, “spinte gentili ”, a volte quasi impercettibili, che producono grandi cambiamenti, senza prevedere l'utilizzo di sanzioni o restrizioni e preservando la libertà di scelta. Dai paesi in cui il nudging ha preso piede provengono molti esempi di interventi positivi, a costo ridotto e ad alto impatto, che possono migliorare la qualità di vita dei cittadini in diversi modi, dalla scelta di cibi più sani, all'aumento di adesione a piani previdenziali, a un maggior risparmio energetico, ecc..
La giornalista spiega come gli interventi di nudging si basino sulla constatazione che “inconsapevolezza”, “pigrizia” e altri comportamenti irrazionali sono molto più diffusi e rilevanti di quello che normalmente riteniamo.
Daniel Kahneman descrive infatti due sistemi che convivono nel nostro cervello: il Sistema 1, più “antico”, irrazionale e veloce, che ha garantito la sopravvivenza della specie e il Sistema 2, più evoluto e capace di ragionamenti complessi, ma molto più lento. In molte situazioni, per semplificare l'assunzione di decisioni, gli esseri umani, sotto l'influenza del Sistema 1, utilizzano scorciatoie di pensiero , le euristiche, che portano a commettere tuttavia errori sistematici di valutazione. Proprio questi meccanismi sono oggetto di studio delle Nudge Units, che disegnano interventi che aiutino le persone a far scelte migliori e più efficienti.
Un'altra evidenza che gli studiosi di behavioral economics ci offrono, è che di fatto non esiste un modo completamente “neutro” di proporre le scelte: il modo in cui sono disposti i cibi in una mensa o l'ordine e il numero delle opzioni sopra un modulo, tendono in ogni caso a influenzare verso una certa direzione le scelte dell'individuo che vi si trova di fronte.
Per garantire un utilizzo appropriato di queste conoscenze, è importante che il nudging venga definito non solo come una tecnica che può essere presa in prestito dalla politica, ma come applicazione di una rigorosa scienza del comportamento, messa al servizio della società. Come la ricerca in medicina, fisica, biologia, economia ha il compito di orientare la politica in direzione del benessere della popolazione, così una moderna scienza del comportamento può indicare come attuare in modo efficace questi cambiamenti. E come ogni scienza anche quella del comportamento non può prescindere da riflessioni di ordine filosofico e deve costantemente interrogarsi su questioni etiche.
È questo un tema di grande importanza da riprendere prossimamente e che verrà affrontato durante una giornata di studi su “Scienza del Comportamento,Società, Cambiamento” all'interno del congresso “Behavior Science and Policy” che si terrà il 5-7 Novembre a Milano presso l'Università IULM.